Duomo


Costruito in stile neoclassico, opera dell’architetto milanese Giambattista Groppi sorge sul luogo in cui già esisteva un’antica chiesa di epoca medievale, divenuta Collegiata nel 1607. Per la sua costruzione, iniziata nel 1761, è stato utilizzato in gran parte il materiale del distrutto castello dei Gonzaga. Esso riveste tuttavia una grande importanza religiosa e storica, e non solo per i castiglionesi. Nel Duomo si trovano innanzitutto testimonianze significative della vita di San Luigi. L’attuale edificio infatti fu eretto sull’antica Chiesa dei Ss. Nazario e Celso, dove Luigi Gonzaga fu battezzato ricevette la Prima Comunione. Inoltre per la sua costruzione furono utilizzati i resti del castello dove San Luigi aveva trascorso la sua prima infanzia con la famiglia. La chiesa dei Ss. Nazario e Celso, su cui ora sorge il Duomo, sembra sia stata eretta agli inizi del ‘500 su una preesistente chiesa gotica. Proprio qui infatti, il 20 aprile 1568, Marta Tana e Ferrante Gonzaga fecero battezzare con cerimonia solenne il loro primogenito Luigi dal parroco Giovanni Battista Pastorio. Negli archivi parrocchiali del Duomo sono conservati documenti ufficiali della nascita di Luigi, avvenuta alle 23:45 del 9 marzo 1568.

Ancora in riferimento a San Luigi va sottolineato che all’interno del Duomo, ai piedi del presbiterio, è sepolta la madre Marta Tana. La chiesa dei Ss. Nazario e Celso assunse ulteriore importanza nel 1607, quando il principe Francesco Gonzaga, grazie ai sui servizi diplomatici, ottenne la nomina a Collegiata della chiesa, con i relativi privilegi per i canonici.

Non solo alla vita di San Luigi si collega l’importanza del Domo. Questo edificio religioso testimonia infatti uno degli eventi più significativi della storia risorgimentale italiana e della storia della solidarietà internazionale. Nella notte della sanguinosa battaglia di Solferino (24 giugno 1859), che aveva visto scontrarsi gli eserciti italo/francesi ed asburgico, migliaia di feriti e di cadaveri prelevati alla rinfusa dal campo di battaglia vennero scaricate nelle strade e nelle piazze di Castiglione. In quell’occasione il Duomo si trasformò in un grande centro di soccorso dove i castiglionesi diedero grande prova di solidarietà e di attiva pietà umana, senza badare alle nazionalità dei feriti. Alla guida di questo stuolo di soccorritori improvvisati e confusi, si adoperò instancabilmente il sacerdote Don Lorenzo Barzizza, che spalancò i portoni del Duomo.




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